Come fa un ristorante a trasformare il tavolo più infelice e meno richiesto del locale in quello più esclusivo e ambito? La risposta la danno lo chef Anthony Genovese del ristorante Il Pagliaccio di Roma, insieme al maître Matteo Zappile, ideatore della Parallels Experience.
Articolo di Davide Bertellini
All’interno del Pagliaccio, ristorante due stelle Michelin nel cuore di Roma, il format è un altro, esclusivo. Parallels Experience è riservato a un minimo di due e a un massimo sei ospiti per sera. Un unico tavolo in una saletta privata (prenotabile solo online), per vivere un dinamico viaggio nel gusto tra il Mediterraneo e l’Asia.
Il tavolo che nessuno voleva è stato trasformato ed elevato a un’esperienza unica nel suo genere. Quello che di solito accade allo chef’s table dei ristoranti fine dining, qui è concepito al contrario. Lo chef non ha carta bianca ma il cliente sa prima (in fase di prenotazione) quello che mangerà. Il menù Parallels è rigido, non modificabile e uguale per tutti gli ospiti del tavolo. Quattordici portate per un viaggio tra oriente e occidente.
Parallels Experience, un format di successo
Sempre più, soprattutto dopo la pandemia, il successo di un’uscita a cena è legato all’esperienza vissuta nel suo complesso, rispetto al solo contenuto del piatto: i clienti vanno, e spesso tornano, dove sono stati bene. Non sempre purtroppo lo “stare bene” si coniuga con il “mangiare bene”, ma quello di Parallels Experience è uno dei rari casi dove le due cose coincidono alla grande.
Anche l’avventore meno esperto capirà che nulla è lasciato al caso: qui non è permesso sbagliare o essere approssimativi perché ci si trova in Champions League. Il lavoro di sala è spinto ai massimi termini grazie a un grande chef come Anthony Genovese che insieme al maître Matteo Zappile e a tutta la brigata, ha saputo creare l’equilibrio perfetto. Tutto è curato nei minimi dettagli. Dall’arredamento di design della “private room”, all’illuminazione Swarovski, dai servizi di piatti in porcellana di Limoges alla mise en place su misura di Mepra passando per i bicchieri di Archè. Senza scordare le sedute di Kare Design che in un ristorante ricoprono un ruolo da protagoniste e molte volte sono più belle che comode.
L’esperienza a Il Pagliaccio
Parallels Experience vuol dire esclusività: dal momento dell’accoglienza a quello del congedo, gli ospiti sono i protagonisti della cena.
Nel menù è impossibile non citare “Come una Tatin”, mela patate e funghi piatto davvero azzeccatissimo, apparentemente semplice di grande equilibrio e bontà. E poi “Lo scoglio” una zuppa di pesce di grande spessore e di una profondità inaudita impiattata direttamente al tavolo sempre per mantenere vivo quel fil rouge tra cucina e sala.
Un altro piatto da ricordare è senza dubbio “Thermidor”, astice lamponi e tartufo un grande classico della cucina qui rivisto e servito in modo da dare la giusta maestosità al piatto. A seguire “Che faccio lascio?” agnello, pecora, arachidi e ananas, sempre finito e impiattato di fronte ai commensali.
Una balade gourmande di grande intensità in uno dei migliori ristoranti di Roma.
Immagini courtesy Il Pagliaccio
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