Cocktail bar dal sapore retro, indirizzi per palati raffinati: la capitale coreana guarda al futuro con insegne di ristorazione che elevano l’esperienza dell’ospitalità. E si conferma meta imperdibile anche per i beauty addict.
Metropoli all’avanguardia, Seoul conquista alla prima passeggiata tra le sue vie: dai quartieri più contemporanei circondati da immensi grattacieli alle stradine costellate da caratteristiche case su due piani, tra cui spuntano pluripremiati ristoranti e cocktail bar.
Gli appassionati di skincare qui trovano il loro paradiso, facendo visita agli showroom dei marchi più blasonati come Sulwhasoo, di cui alcuni prodotti sono praticamente introvabili in Europa. Anche le hair spa sono molto gettonate e consentono, per poche centinaia di euro, di abbandonarsi a massaggi rilassanti dello scalpo. Ma è chi non rinuncia a un pasto gourmet che a Seoul trova la sua città ideale.
Le tappe gastronomiche della città
Tra gli indirizzi da visitare, Gucci Osteria da Massimo Bottura spicca per la sua combinazione di ricette italiane e ingredienti locali, lavorati dalla brigata dello chef Hyungkyu Jun e accompagnati da una ricca selezione di etichette nostrane. Prima della cena, una pausa da Zest, cocktail bar presente nella classifica di The World’s 50 Best Bars, consente di godersi un aperitivo all’insegna della sostenibilità e drink zero waste. A pochi passi, nascosto dietro una porta segreta, si trova Alice Cheongdam, proprio di fronte a Le Chamber, cocktail bar con un ampio bancone e poltrone in pelle.
La nightlife di Seoul
Il dopocena è rigorosamente da Villa Records, locale capitanato da Yeongjun Jo – in arte Felix – il cui design retro è merito dell’omonimo brand di arredamento con cui condivide la location (e uno showroom).
La drink list propone dieci cocktail classici e le loro interpretazioni “molecolari” come lo Spumoni, cocktail a base di Campari che impazza in Asia, proposto in versione highball con Aperol, riduzione di succo di pompelmo e tonica e in un bicchiere basso per la ricetta molecolare, con caviale di arancia sferificata, aria di mandarino, bitter milanese e cordiale all’arancia home-made. Il brand di spirits italiano è infatti molto presente in questa città e promuove iniziative per diffondere la cultura dell’aperitivo, come la competition Campari Red Hands e diverse serate con guest shift, come quelle organizzate insieme al Camparino di Milano, con protagonista il mixologist Tommaso Cecca.
Bar Cham è invece un locale intimo e accogliente dove l’utilizzo del legno richiama l’architettura tradizionale coreana. Infine, la serata si conclude da Cobbler, cocktail bar all’interno di una villa degli anni ’70, con due banconi disposti su altrettanti livelli, una terrazza e un giardino per concedersi un sigaro mentre si degusta una pregiata etichetta di whisky, brindando al futuro, che a Seoul è già arrivato.
Articolo tratto dal numero invernale di Robb Report Italia
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