Concettuale e pacifista, la performer contemporanea più discussa del Novecento è un’icona di stile. Alla straordinaria artista Yoko Ono, che grazie alla creatività ha superato anche la morte di John, ora la Tate di Londra dedica una retrospettiva, omaggio alla carriera.
“Abbiamo tutti il potere di cambiare il mondo”. Ne è sempre stata convinta Yoko Ono (Tokyo, 1933), artista poliedrica, pacifista e musa, oltre che moglie di John Lennon. Una donna dall’incredibile personalità che, in oltre 60 anni di carriera, ha lasciato un segno indelebile nella cultura contemporanea diventando una figura di spicco nell’arte concettuale e nella musica sperimentale. Arte usata come protesta non-violenta contro le guerre.
L’opera di Yoko Ono
Il suo impegno, fin da bambina a Tokyo, durante la Seconda guerra mondiale e le bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki, è stato poi portato avanti con John, con cui ha condiviso un intenso sodalizio sentimentale, artistico e ideologico, sopravvissuto a tutto (“L’arte è un modo per sopravvivere”): alla fine dei Beatles, alle droghe, alle separazioni e perfino all’assassinio del musicista (1980).
All’eclettica performer (oggi 91enne) la Tate Modern di Londra dedica la personale “Yoko Ono: Music of the Mind” (fino al 1° settembre) che ripercorre, dagli anni ‘50 a oggi, la vita, la carriera e l’attivismo umanitario dell’artista attraverso 200 opere (installazioni, film, musica e fotografia). Dagli esordi nel movimento artistico d’avanguardia Fluxus (inizio anni ‘60), all’arrivo a Londra nel 1966 quando, all’inaugurazione di una sua mostra, incontrò il leggendario musicista che divenne suo marito.
I preferiti di John Lennon
Tra i lavori che colpirono Lennon, una mela con targhetta (“Apple”) opera riproposta oggi alla Tate insieme con altre discusse performance in cui l’artista invitava i visitatori a interagire con le sue opere. “Cut Piece” in cui Yoko si faceva tagliare i vestiti; il censurato “Film No.4 (Bottoms)” che scandalizzò per le immagini del suo sedere; “Add Color (Refugee Boat)” dove il pubblico poteva verniciare una barca.
La scacchiera con soli pezzi bianchi, metafora contro la guerra, “White Chess Set”. Tra i temi ricorrenti: il cielo, metafora di pace e libertà, e il femminismo; la sua musica esorta le donne a ribellarsi alla violenza. Il film “Bed Peace” infine documenta gli eventi “bed in” in cui la coppia Ono-Lennon accoglieva la stampa in camera da letto per diffondere un messaggio di amore universale.
Articolo tratto dal numero di primavera di Robb Report Italia
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Robb Report Iscriviti