Nel cuore di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, il ristorante sui bastioni di un forte storico offre meraviglie alla vista e al palato. Con i piatti di Jacopo Malpeli che parlano di territorio.
Passeggiando tra le piccole vie di Rubiera, mai ci si aspetterebbe di giungere in una piazza dove, uno di fronte all’altro, si osservano due ristoranti stellati. Da una parte la Clinica Gastronomica Arnaldo, che parla il verbo della tradizione con i suoi mitici carrelli e la pasta fatta in casa. Dall’altra, il bastione del Forte di Rubiera che, dopo una meticolosa opera di restauro, è diventato la dimora dell’Osteria del Viandante.
Il Forte di Rubiera
La costruzione risalente al 1200, venne rifinita con un ulteriore strato di mura dall’architetto Biagio Rossetti a cavallo del Cinquecento. Abitata nel corso dei secoli da tedeschi, francesi e austriaci è stata la dimora, in più riprese, degli Estensi. Oggi, grazie agli interventi di recupero, sulla superficie di 250mq di terrazze perimetrali del Forte si scorgono ancora gli storici parapetti merlati, adornati da rigogliose piante che ne addolciscono i profili.
Qui i commensali, durante la bella stagione, possono godersi un pasto all’aperto sempre al riparo dalla luce del sole, grazie alle coperture leggere e ai glicini che vi si arrampicano, formando un suggestivo tetto verde. Al piano terra si trova la cantina con più di 7mila etichette, mentre una grande scala affrescata dell’Ottocento conduce gli ospiti al primo piano.
Le sale dell’Osteria del Viandante
Con il cambio di proprietà del 2021 e l’arrivo di Marco Bizzarri, amministratore delegato di Gucci, ulteriori interventi sull’architettura hanno permesso di riportare alla luce i pavimenti in cotto originali delle sale. Le decorazioni ottocentesche sono state recuperate, così come gli affreschi, diversi in ogni ambiente. Anche gli arredi nascono dalla valorizzazione degli oggetti ritrovati nelle cantine e nei mercatini del territorio.
La sala camino è tra le più suggestive, con una piccola area lounge e un tavolo rotondo per pranzi e cene conviviali. Affascinante anche l’ambiente che ricorda una limonaia, con pareti pitturate con foglie e rami, oltre alle ampie finestre ad arco affacciate sulla terrazza.
La cucina dell’Osteria del Viandante
Quella di Jacopo Malpeli, chef del Viandante con esperienze nel territorio emiliano, tra Bologna, Modena e Parma, racconta il lusso della tradizione. La selezione di piccoli produttori porta a tavola ingredienti di eccellenza, capaci di narrare le peculiarità di una terra per natura vocata all’alta gastronomia.
Le ricette della tradizione si alleggeriscono per incontrare il gusto dei palati contemporanei, assumendo un’estetica preziosa, quasi eterea. La pasta fresca è protagonista, insieme a pescato dell’Adriatico, aceto balsamico, salumi e formaggi. Inoltre, ampio spazio è lasciato alle carni e al pesce di acqua dolce, sapientemente abbinati a ingredienti pregiati come caviale e foie gras.
Degustare il territorio
Ad aprire la degustazione dell’Osteria del Viandante è lo gnocco fritto integrale, più leggero del classico con lo strutto, accompagnato dal Prosciutto di Parma stagionato 36 e 72 mesi dal salumificio Sant’Ilario a Mulazzano Ponte. Accompagna l’aperitivo la private label B6 dedicata a Bizzarri, con un blend di sei diverse annate di Verdicchio e le cui bottiglie si trovano, in edizione limitata, solo qui e da Gucci Osteria a Firenze.
Si passa poi allo gnocco morbido di patate, dalla consistenza di una nuvola, servito con crema al burro bianco e una degustazione di tre caviali Adamas (Riviera, Black e Oscietra). Il “Raviolo Roma Pechino” è invece un’ode alla pasta ripiena, dalla forma tipicamente orientale e ripieno all’italiana con coda alla vaccinara, pinoli e uvetta. Da intingere, anziché nella salsa di soia, nel fondo di cottura arricchito con cacao. Il “Ganassino al tartufo” è il signature di Malpeli, realizzato brasando la guancia di vitello per dieci ore in pentola di ghisa e accompagnato dal purè alla Robuchon affumicato e lamelle di tartufo.
Ma il vero lusso è la conclusione della degustazione, servita in una splendida tazza di Ginori. Si tratta dei “Cappelletti del Forte di Maria Pia”, creati come vuole la tradizione reggiana e secondo la ricetta della madre di Bizzarri, affogati in un brodo di manzo e cappone. Un tuffo nella tradizione, per sentirsi a casa in un ambiente raffinato, circondato da affreschi e fiori.
Osteria del Viandante
Piazza Ventiquattro Maggio 15,
42048 Rubiera (RE)
Immagini courtesy Osteria del Viandante
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