Il caffè, naturalmente, ma anche l’impegno politico e sociale, i libri e la scrittura, il buon cibo. Sono molte e variegate le passioni di Riccardo Illy, classe ’55, triestino, imprenditore, ex sindaco, giornalista freelance e autore di diversi libri.
Entra nell’azienda di famiglia, Illycaffè, a 22 anni, occupandosi inizialmente delle vendite e del marketing. Negli Anni ’80 è direttore commerciale, nel 1992 amministratore delegato e dal 1995 al 2016 vicepresidente. È stato presidente della Gruppo Illy e dal 2019 è presidente del Polo del Gusto, la sub-holding del gruppo che raggruppa tutte le attività extra caffè, tra cui Dammann (tè), Domori (cioccolato), Achillea (succhi di frutta bio) e Pintaudi (biscotti/fette biscottate).
A partire dagli anni Novanta intraprende la carriera politica, diventando prima Sindaco di Trieste dal 1993 al 2001. Subito dopo viene eletto deputato del Parlamento italiano e, dal 2003 al 2008, presidente del Friuli-Venezia Giulia. Al suo primo libro, “Dal Caffè all’Espresso”, del 1989, sono seguiti “Polietica. Una promessa” (scritto in collaborazione con Paolo Maurensig), “La Rana cinese”, “Così perdiamo il Nord” e l’ultimo, “The Art of Excellent Products” pubblicato nel 2022 per HarperCollins Leadership, successivamente uscito in versione italiana, “L’arte dei prodotti eccellenti”, con La Nave di Teseo.
Tra le varie onorificenze ricevute spicca quella di Royal Warrant Holder dalla Casa Reale del Regno Unito per Prestat, lo storico marchio di cioccolato acquisito da Domori nel 2019. È sposato con Rossana e ha una figlia, Daria.
Botta e risposta con Riccardo Illy
Quale consiglio vorrebbe avere seguito? Quello di mia moglie di non assumere un manager che si era presentato al colloquio vestito per una stagione diversa. Ho perso più di un anno inutilmente.
Quali app usa più spesso? Whatsapp, diverse volte al giorno per i messaggi, spesso anche per chiamate e videochiamate. Comodissima.
Fa ancora qualcosa che non sia digitale? Leggo l’inserto economico del lunedì di uno dei quotidiani nazionali.
Il capo del suo guardaroba che indossa più volentieri. Una giacca di pelle scamosciata; se la posso indossare vuole dire che è primavera, la più bella stagione.
Dove acquista i suoi abiti? Da un sarto di Trieste, di origine napoletana, ça vas sans dire…
Come descriverebbe il suo look? Sobrio elegante; non metto mai la cravatta.
Chi è il suo guru? Simon Peres. Suo il più grande test per la leadership; “Sarete veri leader quando apprezzerete il vostro maggiore nemico quanto apprezzate voi stessi”.
Dove e come si rilassa? In barca; guardando l’orizzonte, leggendo e pensando.
Quale canzone ha in testa in questo periodo? “Ghosts Again”, Depeche Mode.
Un’esperienza recente mai fatta prima. Scrivere un libro in inglese, “The art of excellent products”, pubblicato da HarperCollins. Poi tradotto in italiano da La Nave di Teseo.
Qualcosa che si pente di non avere acquistato? Una casa che mi sembrava troppo cara; ne ho costruita in seguito una simile spendendo il doppio.
L’ultima aggiunta alla sua collezione di…? Rane. Da quando ho scritto il libro “La rana cinese” me ne hanno regalate tante. L’ultima è una miniatura di porcellana di Herend, mi fa compagnia quando lavoro al computer.
Chi è il suo rivenditore preferito e che cosa acquista? Un negozio di ferramenta dove trovo quanto mi serve a riparare ciò che si rompe.
Il piatto migliore che sa cucinare? Uova allo strapazzocchio; una strapazzata, e una all’occhio. Una mia ricetta.
Le risposte di Riccardo Illy
Che routine segue per tenersi in forma? E quanto spesso? Trenta minuti di camminata veloce ogni mattina; se piove tanto, sul tapis roulant.
Lo sport più emozionante? Volo a vela, con il parapendio. Seguire le aquile per trovare le migliori correnti termiche, senza avvicinarsi troppo per non infastidirle, è un’emozione irripetibile.
L’ultima volta che è stato completamente disconnesso. Ieri sera quando sono andato a dormire… Come faccio ogni notte.
La prima cosa appena sveglio. Bevo qualche sorso d’acqua e passo in rassegna gli impegni della giornata.
Che cosa desidera di più a fine giornata. Guardare il mare al tramonto o all’imbrunire; mi rimette in pace con me stesso.
Se potesse imparare un nuovo talento… Suonare il piano. Adoro la musica, mia zia suonava il cembalo, mia nonna paterna, mia cugina Barbara e suo fratello Francesco il piano.
Quanto si fida del suo istinto? Mai abbastanza; ogni volta che non lo seguo sbaglio.
Che cosa farebbe la differenza nella sua vita? Reinventare la medicina; oggi è troppo sintomatica. Se invece di prendere medicine per eliminare i sintomi ricercassimo le cause delle nostre patologie vivremmo meglio e più a lungo.
I ristoranti del cuore a Milano, Londra, New York? A Milano Voce, a Londra Locanda Locatelli, a New York Marea.
Hotel preferito? Turin Palace di Torino; bello, comodo sia arrivando in treno sia in auto, si mangia bene e il sevizio è eccellente.
Il cocktail e il bar dove lo fanno meglio? Bevo raramente cocktail ma se vado a Venezia non mi faccio mancare un Bellini da Arrigo Cipriani.
Che cosa non può mancare nel suo bagaglio a mano? Il rasoio elettrico.
L’auto alla quale è più affezionato? La mia Panda 4×4; quando nevica è imbattibile.
Il posto che sceglie sempre in aereo. Fila due, per mettere il bagaglio sotto il sedile di fronte se non c’è posto in cappelliera, lato corridoio per non dovere scavalcare nessuno per alzarmi.
Ultimo libro letto e il disco preferito. “In defense of troublemakers” di Charlan Jeanne Nemeth, la nona sinfonia di Mahler.
Per cosa vale davvero la pena pagare? Per i cibi di alta qualità; oltre a essere più buoni fanno bene alla salute.
Se potesse essere in qualsiasi parte del mondo in questo momento? In una piccola baia su una delle isole dalmate, di cui non svelo il nome affinché rimanga solitaria.
Chi ammira di più e perché. Brunello Cucinelli; ha saputo coniugare la crescita della sua impresa con la sostenibilità interpretata in tutte le sue declinazioni.
Il quartiere preferito della sua città preferita? Barceloneta a Barcellona; la più bella e meglio organizzata città d’Europa.
L’ultimo spettacolo dal vivo al quale ha assistito. “Riccardo III” al Carignano di Torino.
Dylan o Bowie? Una scelta difficile ma alla fine Bowie, più prolifico e ancora di grande attualità.
Articolo tratto da numero autunnale di Robb Report
Foto Riccardo Illy courtesy Polo del Gusto
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