Il nuovo modello Louis Vuitton e Rexhep Rexhepi presenta cassa Tambour ridisegnata in platino, cronografo monopulsante con suoneria e tourbillon.
La nuova collaborazione tra Louis Vuitton e l’orologeria indipendente – presentata in una villa privata a Montecito, in California – è piuttosto indicativa. Il marchio di punta del gruppo di beni di lusso Lvmh ha collaborato con l’orologiaio ginevrino Rexhep Rexhepi, il cui Atelier Akrivia è stato all’avanguardia dell’orologeria indipendente fin dalla sua fondazione nel 2012, per creare il LVRR-01 Chronographe à Sonnerie.
L’orologio da polso, prodotto in edizione limitata, unisce il talento tecnico di Rexhepi alla firma estetica di Louis Vuitton. Il modello si presenta con una cassa Tambour in platino da 39,5 mm, le cui radici risalgono al 2002, quando il marchio annunciò per la prima volta le sue ambizioni nella categoria degli orologi.
Un nuovo movimento tourbillon con Rexhep Rexhepi
Limitato a 10 esemplari, ciascuno al prezzo di circa 497mila dollari, il modello è un cronografo double face con complicazione a rintocchi. “L’obiettivo era creare qualcosa di diverso, ma che ricordasse comunque che si tratta di un Tambour”, ha dichiarato Rexhepi durante la presentazione dell’Lvrr-01. L’orologio è animato da un nuovo movimento tourbillon sviluppato ex novo dall’Atelier Akrivia, il cui stile avanguardistico – evidente nel quadrante in zaffiro colorato sul lato anteriore – è in netto contrasto con l’aspetto e l’atmosfera più tradizionali associati all’omonima collezione di Rexhepi.
“Ciò che mi piace molto di questo orologio è che fonde insieme le tre estetiche”, ha dichiarato Jean Arnault, direttore degli orologi di Louis Vuitton”. Tre significati: Akrivia da un lato, Rexhep Rexhepi dall’altro e Louis Vuitton con la cassa. “E il bracciale, ovviamente”, ha aggiunto Arnault, riferendosi al cinturino in pelle di vitello dell’orologio. “Abbiamo dovuto mettere in campo anche il nostro savoir faire”. La collaborazione è talmente centrale nell’orologio che Louis Vuitton ha deciso di incorporare, per la prima volta nella sua storia, il logo “Lv” nel nome Akrivia.
Lo speciale cofanetto
Oltre all’impressionante c.v. tecnico dell’orologio – si tratta di un cronometro di precisione dotato di un regolatore a tourbillon di 5 minuti, di una funzione cronografica per misurare il tempo trascorso e di un meccanismo a sonnerie per segnare il tempo che passa – è la confezione unica che lo accompagna. Consegnato in un cofanetto dipinto a mano e realizzato appositamente per ogni esemplare di Lvrr-01, reca le firme di Rexhep Rexhepi, dell’incassatore di Akrivia Jean-Pierre Hagmann e di Nicolas Doublel, maestro smaltatore de La Fabrique du Temps, la manifattura orologiera di Louis Vuitton a Ginevra. Ma ancora più impressionante è il magnanimo visionario che sta dietro al segnatempo.
A 24 anni, Arnaut, il più giovane dei cinque figli del presidente di Lvmh Bernard Arnault, è alla guida dell’alta orologeria di Louis Vuitton. Quasi un anno fa, poco dopo essere stato nominato direttore della divisione orologi del marchio, ha annunciato un’iniziativa chiave: il Louis Vuitton Watch Prize for Independent Creatives. Concepito per mettere in luce gli orologiai indipendenti, il concorso ha annunciato la prima serie di 20 semifinalisti, che sono in corsa per un premio di 150mila euro e per un anno di tutoraggio, simile al Lvmh Prize per il design della moda.
Tenere vivo l’interesse per l’orologeria indipendente
La creazione congiunta di Akrivia e Louis Vuitton, durata due anni, è la prima di una serie di cinque collaborazioni che il brand ha programmato per i prossimi cinque anni, ha dichiarato Arnault. Insieme al premio, il cui primo vincitore sarà nominato nel 2024, le partnership fanno parte di uno sforzo più ampio per garantire che l’interesse per l’orologeria indipendente non si affievolisca nei prossimi decenni.
“Lv non è un marchio destinato a scomparire e speriamo di poter utilizzare il nome che abbiamo per far luce su questa parte dell’industria, che a mio parere si muoverà di più rispetto alla parte più tradizionale, che ha prodotti molto simili e poca anima”, ha detto. “Non stiamo guardando un grafico dicendo: ‘Oh mio Dio, mi manca un prodotto tra i 150mila e i 200mila dollari, quindi faccio qualcosa’. Purtroppo molti marchi funzionano ancora così”.
Articolo di robbreport.com
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Robb Report Iscriviti