Copia perfetta di un’auto da corsa Endurance degli anni ’60, tributo alla Ferrari 250 Testa Rossa, Cegga 002/60 dice ancora la sua.
Articolo di Tim Pitt
Quando spunta da una stradina di campagna appena fuori Londra, l’effetto è quello di assistere alla proiezione di una bobina cinematografica sgranata migliorata, ad alta definizione e a colori. Cegga 002/60 è un tributo a una Ferrari 250 Testa Rossa che ha vissuto una vita improbabile. Dalle corse allo sfascia carrozze, per poi essere ricostruita e personalizzata, riscuotendo un notevole successo sui circuiti europeo durante l’età d’oro del motorsport.
La nascita di Cegga 002/60
Nel 1958, durante la cronoscalata Freiburg-Schauinsland in Germania, il proprietario Alfred Hopf perse il controllo della sua 250 Testa Rossa e finì tra gli alberi della Foresta Nera. L’anno successivo, il rottame fu acquistato dai fratelli Claude e Georges Gachnang di Aigle, in Svizzera. Claude, un meccanico di talento, riprogettò le sospensioni per affinare la maneggevolezza dell’auto, quindi chiese al carrozziere italiano Scaglietti di avvolgere il telaio tubolare in acciaio in un’originale carrozzeria di alluminio battuto a mano.
Il veicolo, battezzato Cegga 002/60 (acronimo di Claude et Georges Gachnang Aigle), vinse numerose “hillclimb” europee all’inizio degli anni Sessanta e si presentò sulla griglia di partenza della Quattro Ore di Pescara e della 1.000 chilometri del Nürburgring. Dopo un incidente nel 1966, Georges si ritirò dalle competizioni e l’auto fu venduta a un collezionista di Ferrari che la riconvertì a vettura di serie.
La scoperta di David Cooke
La Scuderia Cegga e la sua roadster dallo stile unico sarebbero potute essere completamente dimenticate se non fosse stato per l’ex stella del rugby inglese (e appassionato di corse storiche) David Cooke. Nel 2016, dopo avere letto dei Gachnang e delle loro auto, ha rintracciato i fratelli, all’epoca ottantenni, che hanno condiviso il loro tesoro di disegni tecnici e foto d’epoca.
Utilizzando un telaio Ferrari 250 GT Boano e un V-12 Colombo da 3,0 litri corretto per l’epoca, l’esperto di auto d’epoca Neil Twyman ha ricreato la macchina con freni a disco interni, un differenziale Env e sospensioni posteriori indipendenti (invece di un asse a travi) per adattarsi alla geometria originale di Cegga. Il processo è durato quattro anni.
La presenza al Goodwood Revival
Nel 2019, Cooke ha corso con la “nuova” Cegga al Goodwood Revival, mentre Georges osservava in lacrime, e la replica è diventata una presenza regolare agli eventi storici. Quando è in movimento, la Cegga 002/60 fa girare la testa più di qualsiasi altra hypercar del XXI secolo. Espirando attraverso i doppi tubi laterali, il suo V-12 non silenziato è brutalmente rumoroso, ma il telaio modificato conferisce alla dinamica di guida un sorprendente livello di raffinatezza.
Con il suo sterzo tattile e il muscoloso cambio manuale, la racer richiede, e ricompensa, ogni grammo di attenzione. Con l’aiuto della casa di restauro Ferrari DK Engineering, con sede nel Regno Unito, e della piattaforma di aste online Carhuna, la Cegga è stata recentemente venduta per quasi 800mila euro, ricordando che l’autenticità a volte è più una questione di atteggiamento che di pura provenienza.
Articolo tratto dal numero estivo di Robb Report Italia
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Robb Report Iscriviti