La Quête du Temps è un pezzo da tavolo unico e stupefacente di Vacheron Constantin, ma non c’è da preoccuparsi: esiste anche una versione in edizione molto limitata da indossare al polso.
A volte, i migliori regali di compleanno sono quelli che si realizzano da sé. Almeno così sembra, stando alla logica dietro le due ultime creazioni di Vacheron Constantin, la manifattura svizzera che festeggia questa settimana il suo 270° anniversario. Un traguardo che la consacra come il più antico produttore di segnatempo in attività continua al mondo.
La Quête du Temps, sette anni di lavoro per un orologio unico

Per celebrare l’evento, la rinomata maison ha concepito un impressionante e unico orologio con automa capace di indicare l’ora non solo sulla Terra, ma anche nel sistema solare. Inoltre, ha realizzato un’edizione limitata di 20 orologi che condensano i gesti scenografici del pendolo in un formato indossabile. Entrambe le creazioni sono intrise di riferimenti a quasi tre secoli di storia.
Al centro dell’orologio, frutto di sette anni di lavoro e battezzato La Quête du Temps (La ricerca del tempo), vi è un automa soprannominato “l’Astronomo”, concepito come complicazione in piedi e ideato da François Junod, uno dei più rinomati creatori di automi. La figura segna effettivamente l’ora con le braccia, indicando scale retrograde sospese all’interno di una cupola in vetro, decorata a sua volta con costellazioni. Su comando—oppure secondo una programmazione con 24 ore di anticipo—l’automa alza lo sguardo verso le stelle, traccia il percorso della luna e indica lo scorrere delle ore, mentre una cassetta musicale meccanica diffonde melodie composte da Woodkid, musicista che da anni collabora con la maison.
Calibro 9270 e le complicazioni di La Quête du Temps

Per alimentare l’orologio, diversi team della manifattura hanno unito le forze per dare vita al nuovo calibro 9270, che conta 2.370 componenti e 23 complicazioni, dalle indicazioni di alba e tramonto a un indicatore tridimensionale delle fasi lunari talmente preciso da non necessitare di correzioni per altri 110 anni. Il tutto ha richiesto la registrazione di 15 domande di brevetto.
L’artigianato e l’estetica

E poi c’è l’estetica. Per rappresentare i 12 segni zodiacali, le stelle del cielo notturno e il movimento delle sfere celesti, gli artigiani di Vacheron Constantin hanno impiegato un impressionante ventaglio di tecniche: dalla fusione del bronzo alla smaltatura grand feu, dall’incastonatura di gemme (la lunetta del tourbillon è, ad esempio, tempestata di diamanti taglio baguette) alla marqueterie realizzata non con il legno, bensì con madreperla.
L’orologio è indubbiamente un pezzo da museo e, non a caso, approderà in uno dei più prestigiosi istituti al mondo. La Quête du Temps sarà protagonista della mostra “Mécaniques d’Art” al Louvre, in programma dal 17 settembre al 12 novembre 2025.
Métiers d’art tribute to the quest of time: l’orologio in edizione limitata

Vacheron Constantin non ha dichiarato se questo esemplare verrà messo in vendita, ma propone comunque qualcosa di più accessibile per i collezionisti più devoti: l’orologio Métiers d’Art Tribute to the Quest of Time. Limitato a 20 esemplari, è animato da un nuovo movimento a carica manuale—il calibro 3670—sviluppato in tre anni.
Anche qui una figura umana segna l’ora. Ispirandosi a un orologio da tasca “Bras en l’Air” degli anni ’30 custodito negli archivi della maison, la figura dorata sul quadrante alza le braccia per indicare ore e minuti su due archi retrogradi. Ma mentre l’orologio da tavolo La Quête du Temps funziona ininterrottamente, l’orologio da polso offre la possibilità di scegliere: mantenere l’indicazione continua, oppure lasciare la figura in posizione neutra fino all’attivazione, tramite un pulsante, che richiama l’ora a richiesta.
Il cielo di Ginevra del 1755 e le funzioni del quadrante

Alle spalle della figura si apre un altro cielo stellato, che riproduce la volta celeste sopra Ginevra il 17 settembre 1755, data di fondazione di Vacheron Constantin. Un indicatore tridimensionale di fasi lunari ad alta precisione e una doppia indicazione retrograda della riserva di carica completano il lato quadrante, mentre sul fondello si trova un’indicazione del tempo siderale che mostra in tempo reale la posizione delle stelle. Il tutto racchiuso in una cassa in oro bianco da 43 mm.
Il movimento stesso è un capolavoro di miniaturizzazione: 512 componenti che battono a un’elevata frequenza di 5 Hz, garantendo una riserva di carica di sei giorni. Un’eco del Twin Beat Perpetual Calendar del 2019, altro orologio della maison che proponeva una doppia modalità di funzionamento.
L’arte del tempo in La Quête du Temps
In entrambi i casi, sia per l’orologio da polso che per l’automa che l’ha ispirato, il design non si limita a misurare il tempo, ma lo rappresenta con audacia e maestria artistica. “È sempre possibile fare meglio? È sempre possibile meravigliarsi? Indiscutibilmente sì”, dichiara Laurent Perves, ceo di Vacheron Constantin, in una nota condivisa con Robb Report. “In Vacheron Constantin, l’orgoglio e l’emozione che si provano con ogni nuovo progetto nascono dalla libertà e dalla passione di creare, alimentate dalla ricerca dell’eccellenza e dell’innovazione”. Tutto ciò porta a chiedersi dove potrà trovarsi questa maison tra altri 270 anni.
Articolo di Robbreport.com
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