L’ingegnere ha presentato il suo nuovo capolavoro, che si caratterizza per le forme che ricordano le supercar dell’epoca
Gordon Murray è un nome che evoca genialità e passione per il mondo dell’auto. Tutti ingredienti che il brillante ingegnere ex F1 ha messo quando ha fondato la Automotive, una ‘boutique’ delle supercar.
Nel 2020 ha presentato la T.50, spettacolare hypercar da 3,2 milioni di euro prodotta in 100 esemplari, quest’anno invece è la volta della T.33, una sorta di ‘sorella minore’. Anche in questo caso stiamo parlando di un modello che verrà costruito nella tiratura limitata di 100 esemplari che avranno il prezzo unitario di 1,37 milioni di sterline (oltre 1,6 milioni di euro).
Un motore ruggente per l’hypercar di Murray
Questa T.33 è in grado di incanalare il glamour e le forme degli anni ’60, con le prestazioni e la purezza delle migliori supercar. La nuova creatura di Murray elimina alcuni dei dettagli più folli della T.50, ma mantiene quel V12 Cosworth che incute timore, anche se il suo ‘urlo’ si ferma a 11.100 giri. La T.33 è stata progettata proprio attorno al motore da 3.9 litri da record, con un telaio monoscocca in fibra di carbonio. Al suo interno c’è spazio solo per due persone.
La potenza della T.33 è di 607 cv e 451 Nm di coppia, minore rispetto ai 654 cavalli e 467 Nm della T.50. Il settantacinque per cento della coppia di picco è disponibile a partire da 2.500 giri, arrivando a oltre il 90% tra 4.500 e 10.500 giri. La GMA ha usato lo stesso blocco e le stesse teste dei cilindri del V12 da 3,9 litri impiegato sulla T.50, ma è stato addomesticato così da essere più utilizzabile nel quotidiano. Abbinato al portentoso V12, troviamo un manuale a sei marce progettato dalla Xtrac che si preannuncia essere super preciso.
Lo stile che riprende Lamborghini
La T.33 è stata sviluppata con materiali ultraleggeri, tanto che l’ago della bilancia si ferma a meno di 1.100 kg, circa 319 kg in meno rispetto a una supercar rivale come la McLaren 720S. Per essere uno specialista dell’aerodinamica, Murray è stato piuttosto sobrio sulla T.33. Quello che si evince è la straordinaria purezza stilistica, che omaggia gli anni ’60, citando quel capolavoro che prende il nome di Lamborghini Miura.
È comunque presente un alettone posteriore che si apre quando richiesto. Grande attenzione è stata riposta all’effetto suolo, con l’adozione di un sistema denominato Passive Boundary Layer Control, che, secondo l’azienda, permetterebbe un livello di efficienza aerodinamica maggiore del 30% rispetto a una supercar convenzionale.
Essendo una vettura concepita per tutti coloro che amano guidare, gli interni sono piuttosto spartani, con la presenza di una semplice strumentazione. Niente maxi schermo quindi, ma del resto la T.33 non ammette distrazioni.
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