La Bmw Z8 è visivamente affascinante quanto la 507, da cui trae ispirazione.
Questa roadster è un esempio straordinario di come costruire un’auto che rende omaggio al passato senza restare intrappolata nella nostalgia. La Z8 è l’erede spirituale della 507 della fine degli anni Cinquanta. Basata sul concept Z07, era stata inizialmente pensata come esercizio di stile destinato a sostituire la sua antenata di decenni più vecchia. Ma quando debuttò nel 1998, si dimostrò molto di più.
Bmw Z8: fascino retro-futuristico e anima sportiva
Nonostante della Bmw Z8 abbia sempre colpito il suo aspetto retro-futuristico, la terza roadster moderna del marchio tedesco si rivelò anche un’eccellente sportiva. Offriva brio grazie al potente V8 nascosto sotto il cofano, garantendo al tempo stesso una guida fluida grazie alla distribuzione dei pesi 50:50. La versione standard era inoltre disponibile solo con cambio manuale, una caratteristica che stava già iniziando a diventare rara.
Produzione limitata e valore raddoppiato
Nonostante qualche comparsa sul grande schermo e l’apprezzamento di personaggi come Steve Jobs, la Z8 non fu mai prodotta in grandi numeri, con appena circa 5.700 esemplari usciti dalla linea. Tuttavia, nei 22 anni trascorsi dalla fine della produzione, appassionati e collezionisti hanno riconosciuto quanto fosse speciale questa scoperta sportiva. Per questo motivo, un’auto che a fine secolo costava 110.000 euro viene oggi regolarmente venduta al doppio.
Ispirazione alla cabriolet tedesca degli anni Cinquanta
Qual è la più grande cabriolet tedesca degli anni Cinquanta (e probabilmente di tutti i tempi)? Chiedendo a un gruppo di appassionati, la stragrande maggioranza indicherebbe la Mercedes-Benz 300 SL Roadster. Ma in quel periodo anche Bmw ne costruì una di notevole qualità: la 507.
Negli anni Cinquanta, l’importatore americano Max Hoffman convinse Bmw che il modo per conquistare i suoi connazionali fosse introdurre una gran turismo sportiva. L’auto che ne derivò presentava un design slanciato firmato da Albrecht von Goertz ed era spinta da un V8 da 3,2 litri, potente per l’epoca, con 150 CV. Purtroppo, i costi di produzione erano troppo elevati e la casa automobilistica realizzò soltanto 252 esemplari, invece delle migliaia inizialmente previste. Quasi quattro decenni più tardi, quell’auto avrebbe ispirato la Z07, il concept che sarebbe infine diventato la Bmw Z8 di serie.
BMW Z8: una bellezza senza tempo
La Z8 riesce a coniugare stile e sostanza, ma vale la pena ribadirlo: è davvero un’auto bellissima. E sebbene molte persone abbiano contribuito al design della roadster, il principale responsabile del suo aspetto indimenticabile è Henrik Fisker. Prima di fondare la sua azienda di veicoli elettrici che porta il suo nome, Fisker disegnò numerosi modelli memorabili, come la Aston Martin V8 Vantage e la Bmw X5.
La Z8 è probabilmente il progetto che è invecchiato meglio. Questo perché mantiene le proporzioni generali della 507—in particolare il lungo cofano e l’abitacolo arretrato—pur affinando forme e dettagli. Il risultato è un veicolo che richiama il passato senza sembrarvi bloccato. Aiutano anche le linee pulite e una delle migliori interpretazioni delle griglie a doppio rene non tradizionali. L’abitacolo, disegnato da Scott Lampert, merita a sua volta attenzione: in particolare il quadro strumenti. Invece di trovarsi dietro al volante, è posizionato al centro della plancia. Non è la soluzione più sensata, ma non per questo risulta meno interessante.
Una vera sportiva
La sua ispirazione, la 507, poteva essere considerata una gran turismo sportiva, ma la Bmw Z8 era una pura auto sportiva. Durante i quattro anni di produzione, la roadster montava sotto il cofano un V8 da 4,9 litri denominato S62. Lo stesso motore, condiviso con la berlina sportiva M5, erogava 395 CV e 369 lb-ft di coppia. La Z8 era in grado di ottenere prestazioni notevoli grazie a questa meccanica. La casa dichiarava uno 0-60 mph in 4,7 secondi, ma testate come MotorTrend giudicarono quella cifra prudente. La velocità massima era invece limitata elettronicamente a 155 mph, anche se senza restrizioni si ritiene potesse avvicinarsi a 180 mph.
La fine della storia d’amore tedesca di Bond
Nessun costruttore automobilistico è più strettamente legato a James Bond di Aston Martin, ma ci fu un breve periodo, con Pierce Brosnan nei panni della spia, in cui il protagonista guidò principalmente Bmw. L’agente 007 si vede al volante di una Z3 in GoldenEye del 1995, di una 718iL in Il domani non muore mai del 1997 e di una Z8 in Il mondo non basta del 1999. Fu forse l’ultima delle Bmw di Bond, ma indubbiamente la migliore del trio, anche prima di considerare le spettacolari modifiche di Q. Tra queste, missili terra-aria e la possibilità di essere controllata a distanza tramite il telecomando della chiave.
BMW Z8: un addio firmato Alpina
Nel suo ultimo anno di produzione, il 2003, la Bmw Z8 fu sostituita dalla Alpina Roadster V8. Il veicolo, come le migliori realizzazioni del preparatore, non stravolgeva la Z8, ma la perfezionava. La due porte era meno potente della versione standard—375 CV invece di 395—ed era dotata di cambio automatico. Queste modifiche, unite a cerchi Alpina da 20 pollici e a materiali interni più pregiati, contribuivano a renderla una roadster più elegante e opulenta. Era anche un’auto molto più esclusiva. Alpina ne produsse soltanto 555 esemplari. Nel raro caso in cui se ne trovi una sul mercato, il prezzo atteso supera facilmente i 258.000 euro.
Articolo di Robbreport.com
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