Il robot della cioccolateria Louis Vuitton si chiama Vivienne sure Malle ed è una delle creazioni più stravaganti dello chef Maxime Frédéric.
Quando si tratta dei dolci della nuova cioccolateria Louis Vuitton di New York, il pastry chef Maxime Frédéric non può fare a meno di giocare d’anticipo. Sebbene gli esemplari di cacao provenienti da Madagascar, Perù e São Tomé abbiano tutti le loro virtù, Frédéric afferma di essere particolarmente affezionato a un fornitore della Repubblica Dominicana.
Maxime Frédéric sbarca negli Stati Uniti
La piccola riserva naturale e la fattoria di cacao producono sapori così “magici” che Frédéric afferma che potrebbe riconoscerla in un test di degustazione alla cieca grazie al suo carattere e al suo profilo intenso: scuro, amaro, crudo, terroso e simile al caffè. “È un cioccolato fondente che arriva fino alla punta delle dita”, ha affermato. A novembre, Le Chocolat Maxime Frédéric at Louis Vuitton ha aperto negli Stati Uniti presso il nuovo flagship store del marchio francese, situato al 6 E. 57th St. di Manhattan. Lo spazio espositivo e commerciale di cinque piani è la più grande boutique americana della maison e la prima nel Paese a ospitare un caffè e una cioccolateria Vuitton.
Il Vivienne sur Malle nella cioccolateria Louis Vuitton
Il progetto di Frédéric segue le sedi di Parigi, Singapore e Shanghai. Ogni filiale serve dolci fatti a mano a Parigi da un team di 40 persone, che utilizzano latte, burro, uova e noci provenienti da piccole aziende agricole e fornitori di tutta la Francia. Molti dei bonbon sono decorati con le firme di Vuitton: stella a quattro punte, fiore a quattro petali, fiore di diamante e iniziali LV, mentre le tavolette di cioccolato sono marchiate con la stampa a scacchiera Damier Ebène. Ma il vero capolavoro di Frédéric è il Vivienne sur Malle da 350 dollari, delizioso quanto stravagante, in cui la mascotte del marchio, Vivienne, “piroetta” in cima a una cassa LV in miniatura. La fantasiosa creazione è stata ispirata dagli artigiani della maison, dal suo patrimonio orologiero e di produzione di bauli e dal carillon di Vivienne.
Tre mesi di duro lavoro
Ci sono voluti tre mesi di tentativi ed errori e centinaia di iterazioni per ottenere le dimensioni e la forma giuste. Il padre di Frédéric, Daniel, era un meccanico: un’eredità a cui lo chef ha attinto per assemblare gli ingranaggi. Per costruire un singolo Vivienne ci vogliono più di tre ore e l’esemplare finito pesa circa due chili e mezzo. “È buffo perché quando la gente la vede non capisce che può muoversi”, dice Frédéric. “È solo quando si gira la chiave e avviene la magia che anche i bambini più grandi si meravigliano della scultura”.
Articolo di robbreport.com
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