In quasi due secoli e mezzo di storia, l’azienda ha affascinato scrittori e viaggiatori con un savoir-faire fiorentino.
articolo tratto dal numero di novembre di Robb Report Italia
Tradizione e raffinatezza. Il piacere della materia e il lusso garbato. Esattamente come 245 anni fa, quando Francesco Pineider aprì la sua cartoleria in Piazza della Signoria a Firenze.
L’origine del successo di Pineider
Era il 1774, in città regnava il Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo II d’Asburgo-Lorena, Mozart si esibiva al Poggio Imperiale, gli Uffizi richiamavano pittori e scultori di nuova generazione. E Pineider lasciava la Val Gardena per trasferirsi nella fiorente realtà toscana e aprire una piccola manifattura.
Qui introdusse tecniche d’avanguardia, perfezionò le stampe, lavorò sui caratteri e i rilievi, realizzò articolati stemmi e monogrammi incisi a mano. Poi, alla carta si affiancò la produzione di grande e piccola pelletteria di pregio, grazie anche alla importante tradizione toscana, e quindi arrivarono gli strumenti per la scrittura.
In breve l’estetica e l’eleganza di Pineider catturarono l’attenzione di clienti di un certo rilievo, come Napoleone, Lord Byron e Stendhal, portando il marchio a essere riconosciuto in tutto il mondo.
L’approdo a New York
Oggi Pineider è di proprietà della famiglia Rovagnati, è presente nei più importanti department store di tutto il mondo e nei negozi monomarca di Firenze, Milano e Roma. E da poco anche a Manhattan, nel Rockefeller Center.
“È il momento giusto – ha detto Giuseppe Rossi, direttore generale del brand – per avere uno spazio dedicato dove condividere i nostri strumenti unici, che celebrano il passato e rappresentano il futuro nel vivace mercato di New York. Le persone desiderano una connessione personale e la capacità di comunicare in modo autentico al di fuori della monotonia del mondo digitale. I nostri pezzi sono gioielli incantevoli che trasmettono l’identità e comunicano una storia, un sentimento o un legame, dal passato al presente“.
Come lo scrittoio da viaggio Travel Desk, in vitello liscio e legno di ciliegio che al suo interno custodisce 14 pennini con cannuccia, quaderno per appunti con copertina in pelle, calamaio con inchiostro nero, tampone, 14 matite nere, un set di pregiata carta da lettera, cartoncini e buste Pineider con taglio ad acqua. Uno dei più alti esempi della manifattura dei prodotti in pelle di cui l’Italia va fiera.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Robb Report Iscriviti