Rielaborare antichi temi e rivivere i fasti del passato è un concetto familiare alle migliori case di gioielleria del mondo, ma qui i designer si sono superati. In chiave moderna, più easy e non meno sontuosa.
Articolo di Paige Reddinger e Kareem Rashed
Boucheron, degno di un Maharajah
Il gioiello di punta della collezione New Maharajahs di Boucheron è una sontuosa parure in platino tempestata di diamanti, rivestita da 220 smeraldi taglio baguette, grondante di altri diamanti – incapsulati in gocce di cristallo di rocca – e sormontata da nove smeraldi colombiani delle dimensioni di palline di gomma da masticare, per un totale di quasi 40 carati.
L’elaborato pezzo centrale si stacca per essere indossato come spilla, mentre il resto della collana si trasforma in un collier. Se tutto questo sembra stravagante, e lo è, la storia che l’ha ispirato è ancora più straordinaria. Nel 1928, il Maharajah di Patiala arrivò nella boutique parigina di Place Vendôme scortato da un entourage di servitori e guardie che trasportavano casseforti di ferro riempite fino all’orlo con 7.500 diamanti e più di 1.500 smeraldi, rubini e perle.
Il reale indiano commissionò 149 pezzi personalizzati da creare con le gemme preziose: rimane tuttora il più grande ordine singolo nella storia dell’azienda e ha ispirato la collezione New Maharajah. Tra i pezzi attuali, questa collana si assicura il trono come la più sorprendente. Ed è quanto di più vicino possibile alle gemme del maharajah: dalla sua morte nel 1938, non si sa dove si trovino i pezzi originali. Esemplare unico, prezzo su richiesta.
Pezzi unici di Louis Vuitton, trionfo di colori
Quando l’orfano Louis Vuitton lasciò la sua città natale di Jura, in Francia, all’età di 14 anni, per dirigersi a piedi verso le mille luci di Parigi nel 1835, avrebbe avuto difficoltà a immaginare che, quasi due secoli dopo, un pezzo incredibile di alta gioielleria come questa collana Multipin sarebbe stato creato con il marchio dell’omonima azienda di valigeria che avrebbe fondato, la quale, a sua volta, sarebbe diventata una superpotenza globale del lusso.
Incastonata in oro bianco e giallo di 18 carati, al centro una tormalina blu laguna da 42,42 carati, circondata da un’abbagliante serie di tormaline, citrini, peridoti, ametiste, acquamarine, ioliti, granati e tanzaniti, punteggiati e delineati da 1.011 diamanti di taglio brillante, questa collana si ispira ai famosi bauli di Vuitton.
La pietra centrale e i diamanti bianchi che la circondano vogliono evocare le serrature dei bauli e i loro lucchetti, mentre le gocce di diamanti mescolate all’arcobaleno di gemme imitano i rivetti in ottone. Consideratela una pentola d’oro e non solo. Esemplare unico, prezzo su richiesta.
Pezzi unici di Dior, in passerella
Non è insolito che una casa di moda prenda spunto dalle sfilate per le sue gemme ad alto potenziale, ma con un’impresa di intelligente design tecnico, il direttore artistico dei gioielli di Dior, Victoire de Castellane, ha portato il concetto a un livello superiore con la collana Galons Dior. Ciascun filo vuole evocare il nastro, la cucitura a mano o le trecce intrecciate del suo atelier di alta moda.
Presentata da sola, una singola stringa potrebbe assomigliare alla collana tennis con diamanti, ma collegando i vari pezzi si ottiene un aspetto completamente nuovo di un gioiello altrimenti sobrio. Sono state impiegate oltre 1.500 ore di lavoro per intrecciare le incastonature in platino e oro rosa, bianco e giallo da 18 carati, realizzate in forme rotonde, a tre griffe, a losanga, a zigzag, a fiore e quadrate. Un totale di 10 fili, impreziositi da diamanti di 84,97 carati con taglio a baguette, pera e brillante, sono fissati saldamente in file sfalsate che danno l’impressione di cadere casualmente una sull’altra.
Il bellissimo intreccio di pietre è una stupefacente interpretazione di alta gioielleria del “neck mess”, la tendenza dell’alta gioielleria che consiste nell’accumulare più collane diverse sul collo in una disposizione apparentemente disordinata. Esemplare unico, prezzo su richiesta.
Chanel, ode al cielo
Al centro della collana Allure Celeste di Chanel, il pezzo forte di una serie che rende omaggio alla prima collezione di gioielli con diamanti della maison, uscita
nel 1932, c’è uno zaffiro sbalorditivo da 55,55 carati, un numero così significativo per la tradizione del marchio (un richiamo all’iconica fragranza Chanel No. 5), che l’azienda ha acquistato una pietra con le medesime specifiche numeriche.
Una singolare spilla con una stella di diamanti bianchi, l’unico pezzo della collezione originale ancora conservato negli archivi di Chanel, è servita da ispirazione per il design celestiale di questa collana in platino. Il riferimento più letterale è la stella di diamanti posta in posizione decentrata sul colletto, che può essere staccata per essere indossata come una spilla. Un’aureola e una mezzaluna di diamanti circondano lo zaffiro, mentre una cometa di diamanti con una pietra a forma di pera da 8,05 carati oscilla in basso appesa a una fila di diamanti che funge da bracciale staccabile.
La collezione del 1932 fu una formidabile incursione di Coco Chanel nell’alta gioielleria, ma lei stessa sarebbe stata senza dubbio impressionata dal fatto che l’esperienza della maison nel settore sia salita a livelli così stratosferici. Esemplare unico, prezzo su richiesta.
Pezzi unici, Santi
Krishna Choudhary è un figlio d’arte. Appartiene a una famiglia indiana che vanta 10 generazioni di gioiellieri. Nel 2019 ha deciso di avventurarsi da solo con il marchio Santi, che prende il nome di suo padre, fondatore della Royal Gems & Arts di Jaipur, per realizzare modelli eccezionali con una produzione di soli 12-15 pezzi all’anno.
Come questi orecchini di platino che hanno come protagonisti due storici diamanti tondi Golconda, tagliati nel XIX secolo e del peso complessivo
di 5,40 carati. Un totale di 6,18 carati di diamanti bianchi più piccoli circondano i Golconda in un motivo a chevron ispirato a un paio di antiche cavigliere indiane da cerimonia.
Articolo tratto dal numero autunnale di Robb Report
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Robb Report Iscriviti