Questi orologiai indipendenti sono accomunati da un approccio filosofico all’orologeria, che pone le idee sullo stesso piano della funzionalità e del design.
A fine agosto, Matteo Violet Vianello, fondatore e direttore creativo di Anoma, un marchio di orologi boutique con sede a Londra, ha partecipato al Geneva Watch Days per presentare il suo nuovo modello A1, un orologio triangolare in acciaio che, secondo molti esperti del settore, rappresenta il simbolo della rinascita degli orologi dalle forme particolari nel 2024.
“È stata la prima volta che ho incontrato molte persone da quando l’orologio è stato reso pubblico, e nove persone su dieci hanno definito Anoma come un marchio indipendente, il che mi ha sorpreso”, racconta Violet Vianello a Robb Report. “Associo l’indipendenza all’arte formale dell’orologeria. E ciò che questo mi comunica è che c’è stata un’evoluzione nella mentalità delle persone grazie all’eccezionale lavoro svolto dagli orologiai indipendenti focalizzati sull’artigianato. Si tratta di un’indipendenza di pensiero, di design e dei concetti che ti guidano”.
Violet Vianello riflette sul mercato degli orologi di alta gamma e su quanto sia saturo di marchi privi di un vero punto di differenziazione. “Se si sta avviando un marchio, la vera domanda da porsi è: “Qual è il mio diritto di esistere? – afferma – Si dovrebbe cercare di apportare qualcosa di nuovo alla conversazione”.
Tre orologiai indipendenti accomunati dall’approccio filosofico
Di seguito, tre produttori emergenti, tra cui Anoma, stanno facendo proprio questo. Da un punto di vista estetico, tra loro ci sono poche somiglianze. Ciò che li accomuna è invece un approccio filosofico all’orologeria, che pone le idee sullo stesso piano della funzionalità e dell’aspetto.
Orologiai indipendenti: Anoma
Due anni fa, quando Violet Vianello ha fondato il marchio, lavorava come responsabile dello sviluppo aziendale presso il rivenditore di orologi di seconda mano A Collected Man, con sede a Londra, applicando lo stesso livello di rigore accademico allo studio dell’orologeria indipendente che aveva dedicato al suo percorso universitario in filosofia. “All’epoca non c’erano necessariamente risorse per i collezionisti”, afferma il ventottenne. “Se si voleva essere collezionisti di Monet al più alto livello, c’erano libri, risorse e cataloghi sull’opera. Ma se si voleva collezionare F.P. Journe al massimo livello, le informazioni non erano codificate. Molto era nelle mani dei collezionisti. Abbiamo pensato che ci fosse un’opportunità per ampliare tutto ciò”.
Studiando i capolavori orologieri del passato recente, Violet Vianello è giunto a due conclusioni. “In primo luogo, c’è molta innovazione nell’orologeria in termini di complicazioni e finiture, mentre il design spesso viene messo in secondo piano”, afferma. “È quasi considerato una forma d’arte volgare, una decorazione. In secondo luogo, quando si tratta di sperimentazione visiva nell’orologeria, questa avviene quasi sempre all’interno dei codici dell’orologeria stessa: si rielabora un certo tipo di ansa o di cassa e tutto rimane entro certi parametri. Il mio desiderio era fare due cose: primo, dimostrare che il design può essere una forma d’arte a sé stante. Secondo, portare ispirazione e influenze dall’esterno dell’orologeria”.
Anoma: il risultato di idee chiare
Anoma, il risultato di questo impegno, riflette idee e forme ispirate all’arredamento, all’architettura e al design d’interni (in particolare, il lavoro di Charlotte Perriand, architetta e designer francese nonché collaboratrice di Le Corbusier, che “credeva nella fusione tra metodi industriali e artigianali”, spiega Violet Vianello. “Sosteneva spesso che ‘la natura è il più grande designer’”).
A marzo, Violet Vianello prevede di introdurre una seconda serie dell’A1, chiamata A1 Slate, concepita come “la versione più pura possibile dell’A1”, afferma. Mantiene il movimento automatico Sellita che alimentava la prima serie, lanciata a giugno, ma presenterà un nuovo quadrante nero laccato con finitura spazzolata verticale, triangoli a contrasto incisi singolarmente con uno strumento di precisione guidato a mano e più strati di lacca, progettati per aggiungere una sensazione di texture e profondità. Diversamente dall’A1 originale, limitato a 300 esemplari, l’A1 Slate sarà il primo modello della collezione permanente di Anoma. “Il punto di partenza è stata l’ispirazione dalla roccia vulcanica, perché mi piaceva il suo colore grigio scuro e la sua texture frammentata”, spiega.
Sguardo al futuro
Guardando al futuro, Violet Vianello sta già pianificando una successione di modelli (l’A2, l’A3 e l’A4) costruiti attorno a un’idea centrale che ruota attorno al “fare di meno, portare ispirazione dall’esterno dell’orologeria e cercare di spingere i limiti di ciò che un orologio può essere. Non voglio andare troppo velocemente”, aggiunge. “Penso che il 2025 sarà dedicato a consolidare la collezione principale e poi utilizzare i modelli come tele per progetti molto più sperimentali”.
Orologiai indipendenti: Id Genève
Nel novembre 2021, Nicolas Freudiger, co-fondatore di Id Genève, dichiarava al New York Times che entro tre anni sperava che il suo marchio, all’epoca appena nato e già distintosi nell’industria orologiera svizzera per l’utilizzo esclusivo di componenti circolari (dai movimenti rigenerati agli imballaggi compostabili), avrebbe avuto Leonardo DiCaprio come ambasciatore. “Lo riconosciamo come un vero leader in termini di cambiamento climatico”, affermava Freudiger all’epoca. “Quindi, se sta leggendo questo articolo, è perfetto”.
Leonardo DiCaprio diventa investitore
Meno di due anni dopo, ben prima delle previsioni, Id Genève ha annunciato di aver raccolto 2 milioni di franchi svizzeri, pari a circa 2,1 milioni di euro, grazie a un investimento dello stesso DiCaprio. Quando Robb Report ha incontrato Freudiger presso la sede del marchio a Ginevra, a novembre, ha spiegato come è riuscito a concludere l’accordo. “Il mio primo pitch al suo team è stato molto chiaro”, ricorda Freudiger. “Ho detto: ‘Quando vi parlo di orologi Swiss-made, cosa vi viene in mente?’ E lui ha risposto: ‘Beh, penso all’élite, alla ricchezza, alla qualità, alle montagne.’ E io ho detto: ‘Okay, grazie. Vi farò di nuovo questa domanda tra cinque o dieci anni. E voglio che aggiungiate la transizione ecologica e la circolarità, grazie al lavoro che stiamo facendo con Id Genève.’ E in 30 secondi, lui ha detto: ‘Okay. Ho capito’”.
Successi e innovazioni di Id Genève
Oggi, a soli quattro anni dalla fondazione, il marchio ha stretto accordi con alcuni tra i migliori rivenditori di orologi al mondo, tra cui Watches of Switzerland negli Stati Uniti e nel Regno Unito, Ethos in India e Ahmed Seddiqi & Sons a Dubai. Inoltre, si prepara a lanciare la sua quarta collezione, chiamata Elements, composta da cinque orologi da 37 mm in acciaio inox riciclato al 100% da rifiuti svizzeri. I quadranti, colorati e grafici, sono realizzati con una tecnologia di nano-incisione sviluppata da Morphotonix, una start-up svizzera specializzata nei processi di stampa per banconote e passaporti. Oltre ai modelli chiamati Air, Earth, Fire e Water, c’è un orologio chiamato 5th Element pensato per essere il pezzo centrale della linea.
La missione clima di Id Genève
Freudiger insiste sul fatto che il marchio abbia il potenziale per cambiare mentalità e prospettive nell’industria svizzera e oltre. “Abbiamo la responsabilità di dare visibilità agli eroi del clima e alle soluzioni per il clima, mettendoci al polso delle persone che prendono decisioni per l’economia del domani”, afferma. A fine gennaio, Freudiger intende mantenere questa promessa partecipando al World Economic Forum Annual Meeting di Davos, in Svizzera. “È incredibile che più marchi non abbiano capito che dovrebbero essere presenti in questi luoghi”, dice. “È un oceano blu. È un’opportunità”.
Orologiai indipendenti: Quiet Club
Basta dare un’occhiata all’orologio Fading Hours del marchio giapponese-americano Quiet Club per capire cosa si vede, ma soprattutto cosa non si vede. “Non c’è nemmeno il nostro nome sul quadrante”, afferma Hokuto “Hk” Ueda. Ueda è amministratore delegato con sede a Seattle, che ha fondato il marchio nel 2022 insieme al designer di prodotto di San Francisco Johnny Ting e all’orologiaio di Tokyo Norifumi Seki, vincitore dell’edizione 2020 del concorso F.P. Journe Young Talent. “È stato fatto intenzionalmente. Non volevamo realizzare orologi che fossero un segnale per il mondo esterno. Volevamo che parlassero al mondo interno. Perciò il retro è molto complesso, bello e decorato, ma volevamo che il frontale apparisse relativamente semplice”.
L’approccio innovativo di Quiet Club
Questo approccio riflette sia il nome del marchio (“Siamo un po’ riservati e tranquilli”, dice Ueda) sia l’essenza dello stesso Fading Hours. Questo orologio in titanio da 81.400 euro (attualmente disponibile per il preordine sul sito del marchio, con consegne previste a partire dalla metà del 2025) include una funzione di allarme, ma se si immagina un suono stridente e penetrante, è il caso di ripensarci.
Un orologio per la vita moderna
“Il concetto di Quiet Club riguarda più complicazioni che potrebbero non esistere oggi, ma che sono meglio adattate alla vita moderna”, spiega Ueda a Robb Report. “Faccio molto lavoro che richiede di sedersi e concentrarsi per, diciamo, due ore. Usavo l’allarme sul mio telefono, ma poi avevo bisogno del telefono vicino, il che era fonte di distrazione. Un orologio meccanico al polso con una funzione di allarme funziona benissimo per questo. Non lo usi per nostalgia. Lo usi perché è lo strumento migliore. Ma gli attuali orologi con allarme sono davvero rumorosi e fastidiosi. Sono meccanismi a molla che cercano di svegliarti, e questo non è nemmeno ottimale per la concentrazione. Quindi abbiamo pensato: ‘Facciamo qualcosa con il bellissimo suono di un ripetitore minuti, ma più come un allarme, una funzione che effettivamente useremmo ogni giorno rispetto a quella di un ripetitore minuti’”.
Il futuro di Quiet Club
Guardando al futuro, il trio dietro Quiet Club prevede di continuare a reinventare le complicazioni per adattarle meglio alle realtà della vita contemporanea, sperando di attrarre nel processo appassionati di orologi con una mentalità simile. “In questo momento, siamo solo noi tre, quindi non è un grande club”, afferma Ueda. “Ma crescerà”.
Articolo di Robbreport.com
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Robb Report Iscriviti